Stop alle proroghe ECM
Non ci saranno ulteriori proroghe: solo sanzioni per chi non sarà in regola alla data del 31 dicembre 2022, secondo la legge Gelli la copertura assicurativa sarà assente se il fabbisogno formativo sia stato raggiunto in quantità inferiore al 70% dei crediti minimi necessari per mettersi in regola con il triennio ECM, e arriveranno le lettere del Co.Ge.A.P.S agli Ordini per segnalare gli operatori non ancora in regola.
Questo è ciò che si prospetta fino alla fine dell’anno. Per spiegare con un esempio qual è l’importanza dell’aggiornamento continuo in ambito sanitario, Pierluigi Bartoletti, Vicesegretario nazionale vicario della FIMMG, fa l’esempio di quanto successo in questi anni di pandemia: «La formazione, specie in questo momento, anche per la rapidità con cui abbiamo avuto l’evoluzione della malattia e degli antivirali collegati, è chiaro che è molto utile per affrontare il corrente problema pandemico, anche in previsione dell’autunno che verrà». Oltre alla necessità per qualsiasi professionista di tenere alto il livello del servizio fornito, esiste anche l’obbligo di legge che va rispettato per quanto riguarda i crediti ECM.
Gli ordini hanno infatti confermato che non si esiterà ad utilizzare le sanzioni per chi non fosse ancora in regola. Ha ribadito Bartoletti: “Se la norma prevede sanzioni, l’ordine non può far altro che applicarla. Ci saranno colleghi che non hanno rispettato l’obbligo per pochi crediti e altri invece per la totalità: le situazioni saranno varie, ma la multa sarà un segnale ben chiaro verso l’obiettivo finale, cioè una classe medica formata».
Il segretario FNOMCeO e presidente del Consorzio Gestione Anagrafica Professioni Sanitarie (Co.Ge.A.P.S) Roberto Monaco aggiunge: «La legge è chiara: esistono sanzioni disciplinari che vanno dall’avvertimento alla censura, fino a situazioni ancora più gravi». Per questo è fondamentale per gli operatori sanitari «cercare in tutti i modi di risolvere il problema formativo», e non solo per un problema disciplinare: esiste infatti una legge che impone almeno il 70% dei crediti formativi per poter accedere all’assicurazione professionale. Si tratta dunque di un obbligo morale, etico e anche legislativo. È rischioso anche da un punto di vista legale e assicurativo.
Il presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Palermo, Toti Amato, conferma che il Co.Ge.A.P.S invierà a breve delle lettere agli Ordini con le posizioni di chi non è ancora in regola. E aggiunge: «Nel momento in cui arriveranno dovremo procedere. Bisogna fare una profonda riflessione – spiega Amato – rispetto all’agire del medico. Questo è responsabile in ogni sua azione, compresa quella della Formazione. Da questo punto di vista l’Ordine sarà sempre a disposizione e favorirà il professionista assieme anche agli altri soggetti deputati alla formazione. Però non si può dire che non ci si è potuti formare per mancanza di offerta formativa. Questa c’è stata sia da parte della Federazione che da parte di altri enti e provider».
La pandemia e l’emergenza continua dettata anche dalla carenza di personale potrebbero portare ad un nuovo allentamento delle maglie? «Io mi auguro proprio di no – risponde la Presidente della FNOPI (Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche) Barbara Mangiacavalli, perché si svilirebbe il senso della formazione continua. Quando nel 1999 è nato questo programma, aveva un senso ed era radicato nelle evidenze scientifiche disponibili all’epoca. Queste evidenze ci dicevano che le conoscenze scientifiche cambiano e perdono di valore e di efficacia del 50% ogni 10 anni. Il che significa che se sono un infermiere laureato da vent’anni, dovrei rivedere il 100% delle mie competenze. Ecco il senso di una formazione continua: tale proprio perché tiene aggiornato il bagaglio di conoscenze che ogni sanitario ha», conclude.
«Attendiamo dal Co.Ge.A.P.S i dati che ci servono per sapere esattamente e con correttezza quali sono i colleghi in regola – spiega Antonio Magi, il Presidente dell’Ordine dei medici di Roma. Abbiamo già dei dati di coloro che hanno o meno ottemperato all’obbligo. Il problema è che molti sono fuori dalla possibilità di poter recuperare. Questo è un dato incontrovertibile e agiremo di conseguenza. La legge prevede che dobbiamo mettere in moto un’azione di tipo disciplinare in questo senso e se ne deve prendere atto. Agiremo rispetto alle norme che ci disciplinano». E invita chi invece può ancora recuperare a darsi da fare: «Il consiglio che do a tutti i colleghi è di aggiornarsi il prima possibile, cercate di essere in regola con quelle che sono le norme della formazione continua».
(fonte: Sanità Informazione)